VOGLIO AVERE I DENTI BIANCHI: LO SBIANCAMENTO ROVINA I DENTI?

VOGLIO AVERE I DENTI BIANCHI: LO SBIANCAMENTO ROVINA I DENTI? Spesso mi viene posta questa domanda: lo sbiancamento fa male ai denti? Vorrei che fosse chiaro un concetto fondamentale: lo sbiancamento dentale eseguito presso lo studio dentistico da un professionista, igienista o dentista che sia, non fa male! Diversamente dal passato, quando venivano utilizzate sostanze altamente acide, al giorno d’oggi i metodi utilizzati sono altamente sicuri e i prodotti impiegati hanno pH neutro o basico. Potete fare molti più danni voi con intrugli casalinghi a base di bicarbonato, limone e aceto!

Parlando di sbiancamento è importante sottolineare che non esiste una metodica standard per tutti, bensì diverse sono le tipologie di approccio ed è importante valutare insieme al proprio clinico di fiducia quella più adatta ad ogni singolo caso. Quali sono i diversi metodi di sbiancamento? Il materiale che viene utilizzato è sempre lo stesso, il perossido (che può essere di idrogeno o di carbammide). Questo prodotto penetra all’interno delle microporosità dello smalto liberando ossigeno attivo che va ad eliminare le pigmentazioni attraverso una reazione chimica di ossidoriduzione. Ciò che cambia nei diversi metodi è la concentrazione di tale materiale e il tempo di applicazione dello stesso. 1) Sbiancamento professionale “in office” o “alla poltrona”: è previsto l’utilizzo di perossido in percentuali alte che possono variare dal 20 al 40% per un tempo di applicazione compreso tra i 30 e i 90 minuti. Possono essere usate lampade a led o laser per accelerare il processo. 2) Sbiancamento professionale domiciliare o “home bleaching”: in questo caso è previsto l’utilizzo di perossido in concentrazioni più basse tra il 10 e il 16% per periodi di tempo più prolungati, solitamente 10-14 giorni. In questo caso è prevista la realizzazione di mascherine su misura da indossare da 4 a 8 ore solitamente di notte. 3) Sbiancamento professionale combinato: prevede l’associazione delle due precedenti tecniche. Quali sono gli effetti indesiderati? 1) Sensibilità: è l’effetto collaterale più diffuso, ma assolutamente temporaneo e reversibile. Non si tratta della tipica sensibilità dentale, come quando si morde un ghiacciolo, bensì si percepiscono delle pulsazioni interne al dente, quasi delle “fitte”. Sono poco prevedibili, c’è chi le manifesta e chi no, ma in ogni caso sono controllabili con dei prodotti topici che contengano nitrato di potassio che solitamente vengono consigliate prima, dopo e durante il trattamento. 2) Irritazione tissutale: l’esposizione prolungata dei tessuti molli del cavo orale (es. gengive, lingua ecc.) all’agente sbiancante può provocare lesioni assolutamente transitorie dei tessuti stessi. 3) Xerostomia: capita soprattutto nel caso degli sbiancamenti “in office” in quanto durante queste sedute è necessario mantenere aperta la bocca per periodi di circa 45 minuti. Si tratta, anche in questo caso, di effetti transitori. Quale è la durata dello sbiancamento? Dipende. La durata è del tutto variabile e dipende da diversi fattori come: caratteristiche dei denti, metodo e percentuale di prodotto utilizzato, attenzione per l’igiene orale domiciliare, abuso di fumo o altre sostanze che macchiano. Concludo con una piccola riflessione personale, un piccolo messaggio di incoraggiamento per chi ancora nutre dubbi in merito a questo argomento: lo sbiancamento dentale non è un semplice trattamento estetico, ma è un potente mezzo che può arricchire e restituire il sorriso a tutti! Dott.ssa Giulia De Vita, Igienista.